Editoria libraria in crescita nel 2020: l’Italia batte Francia e Germania

Rapporto AIE “Lo stato del libro in Italia e in Europa nell’anno della pandemia”

Dopo averli denigrati e considerati il diavolo per molto tempo, adesso l’editoria deve ringraziare gli e-book per i buoni risultati del 2020.

Nell’anno della pandemia, l’editoria di varia (libri di narrativa e saggistica e per bambini e ragazzi venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione, ebook e audiolibri) è cresciuta del 2,4% raggiungendo gli 1,54 miliardi di euro a prezzo di copertina.

Questi i risultati che sono contenuti nell’analisi di mercato realizzata dall’Ufficio studi AIE in collaborazione con Nielsen in occasione del 38° Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto ed Elisabetta Mauri, di fine gennaio scorso.

Si tratta di una delle migliori performance a livello europeo, “grazie all’impegno degli editori – che nei mesi più difficili hanno continuato a investire -, dei librai, del Governo e del Parlamento che hanno varato un vasto piano di aiuti e scelto di considerare per la prima volta il libro bene essenziale, permettendo così di tenere aperte le librerie durante i lockdown”, ha dichiarato il presidente dell’Associazione Italiana Editori Ricardo Franco Levi.

Ricordiamo che, ogni inizio anno, l’AIE pubblica questo studio sullo stato dell’editoria libraria, nel confronto con l’anno appena trascorso, in Italia e nel resto d’Europa (vedi il Report dello scorso anno).

Ecco una sintesi del Rapporto 2020: “Lo stato del libro in Italia e in Europa nell’anno della pandemia”:

Nel 2020 l’Italia chiude con il segno +2,4%

Nell’anno della pandemia, le vendite di libri cartacei sono cresciute dello 0,3% a prezzo di copertina, toccando 1,43 miliardi di euro a prezzo di copertina.

La crescita è ancora più marcata, pari al 2,4%, se si considerano e-book (cresciuti del 37% a 97 milioni) e audiolibri (+94%, 17,5 milioni). Grazie a questi aumenti, la lettura e l’ascolto digitale valgono oggi il 7,4% delle vendite del comparto varia.

Ancora più significativa la crescita in termine di copie (+2,9%), dove il +36,6% degli e-book ha più che compensato il leggero calo delle copie di libri (-0,8%).

Nel complesso, gli italiani hanno acquistato 104,5 milioni di libri, al netto degli audiolibri per i quali non possiamo avere un valore “a copia”, perché in prevalenza acquistati in abbonamento.

La crescita dell’online

Dietro questi numeri positivi si cela, tuttavia, uno scenario complesso. Le librerie – e più in generale i canali fisici – cedono quote di mercato all’online che dal 27% del 2019 cresce fino al 43%. Da segnalare la concentrazione di una larga fetta delle vendite nelle mani di un solo operatore.

I canali fisici, però, hanno recuperato terreno rispetto all’online nel corso dell’anno, passando dal 52% di aprile al 57% di fine dicembre.

In questo panorama, è da sottolineare la particolare difficoltà delle librerie di catena, di quelle che si trovano nei centri turistici delle città d’arte, all’interno dei centri commerciali, stazioni ferroviarie e aeroporti.

Il confronto con l’Europa

Il dato positivo italiano del Mercato trade a valore esclusi ebook e audiolibri (+0,3%) è superiore a quello di Francia e Germania, che calano rispettivamente del -2% e del -2,3% e poco inferiore a quello spagnolo (+1%).

Regno Unito (+5,5%), Olanda (+7%) e Finlandia (+2%) – tra i Paesi che ad oggi hanno fornirto questi dati – fanno significativamente meglio dell’Italia, mentre crolla il Portogallo (-19%).

“I nostri dati erano in linea con Francia e Germania fino ad ottobre –, ha ricordato Leviè stata l’apertura delle librerie durante l’ultimo lockdown a fare la differenza”.

Regno Unito, Olanda e Finlandia sono rappresentative di un Nord Europa che è andato molto bene grazie alla concentrazione dei consumi culturali sul libro e alla crescita impetuosa dell’e-commerce; il caso del Portogallo non differisce invece da quello di altri paesi del Sud e Est Europa dove l’e-commerce è ancora poco sviluppato. Il calo delle vendite in libreria è l’elemento, preoccupante, che accomuna tutti i paesi dell’Unione.

“In questo quadro, – spiega il Rapportoil nostro Paese si è distinto per il vasto piano di sostegno pubblico che è stato ottenuto anche grazie a una stretta collaborazione tra l’associazione degli editori, quella dei librai e quella dei bibliotecari. Una collaborazione che ha portato a misure, prese a modello in Europa, che hanno al centro lo stimolo alla domanda, pubblica e privata”.

Restano le criticità

L’editoria scolastica, il cui ruolo è stato fondamentale nella didattica a distanza, ha avuto un anno condizionato dal limitato rinnovo delle adozioni.

Meglio è andata l’editoria universitaria, per la valorizzazione del libro nella didattica a distanza e perché il lockdown ha ridotto il fenomeno delle fotocopie pirata, un problema che si ripresenterà alla riapertura, aggravato dalla preoccupante crisi delle librerie universitarie.

Da ricordare, infine, le difficoltà di settori molto specifici del comparto, come l’editoria d’arte, quella turistica e professionale giuridica.