Divieto del riconoscimento facciale, scontro tra Commissione e Parlamento Ue

La bozza di regolamentazione dell’IA ad opera della Commissione Ue, trapelata negli scorsi giorni, ha evitato di proporre un divieto sull’uso del riconoscimento facciale con IA nei luoghi pubblici. 

È iniziato quindi un aspro scontro tra il Parlamento e la Commissione europea sul controverso tema, che effettivamente potrebbe rientrare tra le applicazioni più ad alto rischio dell’intelligenza artificiale. Molte associazioni per i diritti umani e civili, in Europa e Usa, sono fortemente contrarie per i gravi rischi connessi a queste applicazioni.

La bozza verrà resa pubblica il 21 aprile ma dalle prime indiscrezioni, conterebbe molteplici divieti assoluti verso alcune applicazioni di AI. Sono infatti considerate pericolosissime le applicazioni (commerciali) di sistemi di sorveglianza di massa e sistemi di punteggio sociale.

La lettera degli eurodeputati

Manca, però, il divieto tout court per la sorveglianza biometrica nei luoghi pubblici e gli eurodeputati disapprovano.  Da sempre contrari a qualsiasi possibilità circa l’uso del riconoscimento facciale, hanno scritto una lettera indirizzata alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, alla vicepresidente Margrethe Vestager, e ai commissari Vera Jourova (Valori e Trasparenza), Thierry Breton (Mercato interno), Helena Dalli (Uguaglianza) e Didier Reynders (Giustizia).

“Vi esortiamo a garantire che le protezioni esistenti siano mantenute e venga proposto un chiaro divieto della sorveglianza biometrica di massa negli spazi pubblici”. 

L’attenzione alla sicurezza pubblica

Per questo tipo di applicazione è previsto, in particolare, un sistema di autorizzazione separato. Il totale divieto, voluto inizialmente da Vestager, non è mai stato accettato completamente da alcuni Stati membri.

Nella bozza di testo, si indica che l’uso di sistemi di questo tipo è previsto “per i governi e le autorità pubbliche dell’Ue” solo “se usato per salvaguardare la sicurezza pubblica“. Elementi che, secondo gli eurodeputati, “potrebbero persino essere interpretati per creare una nuova base giuridica e quindi consentire attivamente la sorveglianza di massa biometrica laddove oggi è illegale”.

“La sicurezza pubblica è precisamente ciò con cui viene giustificata la sorveglianza di massa. È il campo in cui la sorveglianza è rilevante e nel quale i tribunali hanno costantemente annullato legislazioni sul trattamento indiscriminato di dati personali“, scrivono i deputati. Nella lettera, inoltre, chiedono alla Commissione senza mezzi termini di “eliminare questa clausola” dalla proposta finale.

Il testo che Vestager presenterà mercoledì prossimo “deve essere riformulato per coprire tutta la sorveglianza di massa non mirata e indiscriminata, non importa quante persone sono esposte al sistema”, sottolineano ancora gli eurodeputati.