Digital Markets Act: l’Ue stringe la presa sulle Big Tech

Rimane aperto il dibattito, all’interno della Commissione europea, riguardo l’applicazione del Digital Markets Act (DMA). 

A seguito dell’indagine avviata nei confronti di Google ed Apple nel marzo scorso, aumentano le sollecitazioni dei parlamentari sulla tempistica dei casi pendenti. 

La penalizzazione dei concorrenti da parte dei cosiddetti gatekeeper — le grandi piattaforme digitali che controllano l’accesso al mercato — rende essenziale la conformità alla legge.

Ciò al fine di prevenire l’abuso di posizione dominante e promuovere la trasparenza nelle pratiche commerciali. 

L’importanza del DMA

Il regolamento sui mercati digitali rappresenta uno dei pilastri della strategia digitale dell’Unione europea. Esso impone agli Over The Top (OTT) specifici obblighi e divieti. L’obiettivo è quello di creare un mercato digitale più equo e competitivo.

“La legge sui mercati digitali nasce dalla preoccupazione che l’economia delle piattaforme digitali sia controllata da un ristretto gruppo di attori che accumulano un notevole potere economico”. Così ha ricordato Teresa Ribera, la vicepresidente della Commissione europea per la transizione pulita. 

Applicata in maniera decisiva e non discriminatoria la legge protegge gli utenti e le imprese europee. Da un lato, offre più scelta e migliori condizioni ai consumatori. Dall’altro, favorisce la crescita di start-up imponendo regole chiare ai gatekeeper, che potranno innovare senza abusare del loro potere.

Le sanzioni

Da Bruxelles confermano che il dialogo con gli OTT continuerà in modo costruttivo, come già avvenuto nel caso di Apple. 

Tuttavia, se non emergerà una reale volontà di collaborazione, verranno applicate le sanzioni previste dal Regolamento. 

Qualora le violazioni venissero confermate, le aziende rischiano multe fino al 10% del loro fatturato annuo globale. L’ammenda può salire fino al 20% in presenza di infrazioni ripetute.

Articolo di G.R.D.R.