DeepSeek bloccato in Italia, GPDP: “risposta insufficiente”

Il Garante per la Protezione dei Dati Personali (GPDP) ha pubblicato un comunicato stampa che “in via d’urgenza e con effetto immediato” applica “la limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e di Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società cinesi che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek”.

Il modello IA cinese DeepSeek che sta destabilizzando il mercato tech, per il Garante sembra non essere del tutto trasparente. Il GPDP, infatti, aveva mandato una richiesta di informazioni alle due società proprietarie dell’IA. Tuttavia, il contenuto della risposta “è stato ritenuto del tutto insufficiente. Contrariamente a quanto rilevato dall’Autorità, le società hanno dichiarato di non operare in Italia e che ad esse non è applicabile la normativa europea. L’Autorità, oltre a disporre la limitazione del trattamento, ha contestualmente aperto un’istruttoria”.

Non a caso, negli ultimi giorni alcuni utenti avevano incatti notato una censura di alcuni avvenimenti della storia della Cina, preferendo il Partito Comunista Cinese.

OpenAI parla ancora 

Intanto, Sam Altman, CEO di OpenAI, riparte dopo il terremoto DeepSeek annunciando che l’IA cinese è stata sopravvalutata. Con la Casa Bianca dalla sua parte, OpenAI infatti ammette che DeepSeek ha fatto “un paio di cose buone”, ma il loro modello “ha un livello di capacità che avevamo tempo fa”. 

Con una società che è arrivata a raccogliere fondi per circa 340 miliardi di dollari, Altman cerca di assestare un colpo alla nuova start-up cinese e intanto parla ancora a favore di investitori per la ricerca sullo sviluppo dell’IA. In aiuto arriva Donald Trump che annuncia l’iniziativa Stargate, che coinvolge oltre ad OpenAI, anche aziende come Oracle e SoftBank.

Articolo di T.S.