
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (Cnog) ha espresso forte preoccupazione per il contenuto dell’articolo 31 del cosiddetto “ddl Sicurezza”, in discussione in Parlamento.
La norma, intitolata “Disposizioni per il potenziamento dell’attività di informazione per la sicurezza”, modifica l’articolo 13 della legge 3 agosto 2007, n. 124.
La legge attuale consente al DIS, Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, AISE e AISI (Agenzie operative di sicurezza nazionale) di richiedere la collaborazione di pubbliche amministrazioni e soggetti privati che erogano servizi di pubblica utilità.
L’articolo 31, invece, renderebbe obbligatoria la collaborazione e l’assistenza, estendendo l’obbligo anche alle società a partecipazione pubblica o a controllo pubblico. Inoltre, prevede che tali soggetti siano tenuti a fornire ai Servizi Segreti informazioni “anche di tipo tecnico e logistico, necessarie per la tutela della sicurezza nazionale”, senza possibilità di opporsi.
Le preoccupazioni nel giornalismo
Un aspetto particolarmente critico della nuova norma è che “le convenzioni possono prevedere la comunicazione di informazioni ai predetti organismi anche in deroga alle normative di settore in materia di riservatezza ”. Questo significa che dati sensibili detenuti da università, ospedali e altre istituzioni potrebbero essere trasmessi ai Servizi Segreti senza le tutele adeguate.
Il mondo del giornalismo è in allarme per l’assenza di eccezioni che garantiscano la tutela della libertà di stampa. Si teme, infatti, che l’indeterminatezza della norma possa compromettere il segreto professionale e l’anonimato delle fonti.
Attualmente, un giornalista può essere chiamato a rivelare una fonte unicamente da un giudice e solo in casi di assoluta necessità per un’indagine o un processo. Con l’approvazione dell’articolo 31 nella sua forma attuale, questa tutela potrebbe essere aggirata.
Tale disposizione va anche contro l’European Media Freedom Act che prevede espressamente la tutela delle fonti dei giornalisti.
L’intervento del Cnog
Il Cnog sta quindi chiedendo una revisione del provvedimento per garantire un equilibrio tra sicurezza nazionale e tutela dei diritti fondamentali, evitando rischi per la privacy e la libertà di stampa.
In ogni modo, al momento niente è ancora certo. Il provvedimento, già approvato dalla Camera e ora all’esame del Senato, dovrà tornare indietro per una terza lettura.
Articolo di G.R.D.R.