Un decreto per alzare i compensi per la copia privata su pc, tablet e altri device

Rincari sui computer, smartphone e tablet oltre i 128 giga: da 5,20 a 6,90 euro. Tra le novità, l’introduzione del compenso sugli smartwatch per i quali è previsto un prelievo variabile tra 2,20 euro e i 5,60 euro a seconda della memoria.

Al centro dell’attenzione del Ministero per i beni culturali uno schema di decreto relativo all’aggiornamento delle tariffe dell’equo compenso per la riproduzione privata di fonogrammi e di videogrammi recanti opere protette dal diritto d’autore, elaborato dalla Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore, supportata dal Comitato consultivo permanente per il diritto d’autore, dello stesso Ministero.

La testata giornalistica AgCult riferisce di un incontro che è programmato a breve, tra il Ministro Dario Franceschini e i rappresentanti delle categorie dei produttori degli apparecchi e dei supporti hardware, di quelle dei titolari dei diritti e dei consumatori in merito allo schema di articolato relativo all’aggiornamento dell’equo compenso per la copia privata, prima della presentazione del relativo decreto in Consiglio dei ministri.

Cos’è la copia privata

Dal sito della SIAE – Società Italiana Autori e Editori, che riscuote questo compenso e lo ripartisce ad autori, produttori e artisti interpreti, ricaviamo la definizione di “copia privata”:

La Copia Privata è il compenso che si applica sui supporti vergini, apparecchi di registrazione e memorie in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d’autore. In questo modo ognuno può effettuare una copia con grande risparmio rispetto all’acquisto di un altro originale oltre a quello di cui si è già in possesso. Prima dell’introduzione della copia privata, non era possibile registrare copie di opere tutelate. In Italia, come nella maggior parte dell’Unione europea è stata concessa questa possibilità, a fronte di un pagamento forfetario per compensare gli autori e tutta la filiera dell’industria culturale della riduzione dei loro proventi dovuta alle riproduzioni private di opere protette dal diritto d’autore realizzate con idonei dispositivi o apparecchi. L’entità del compenso tiene conto del fatto che sui supporti si possa registrare anche materiale non protetto dal diritto d’autore”.

L’ultima rideterminazione della misura dei compensi di copia privata (ex art. 71 sexies e seguenti L. 633/41), che si applica per le cessioni dal 7 luglio 2014, è stata effettuata con il D.M. 20 giugno 2014 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale serie generale n.155 del 7 luglio 2014.

I rincari

Il rialzo sui computer, sugli smartphone e tablet oltre i 128 giga, sarà da 5,20 a 6,90 euro. C’è però anche qualche revisione al ribasso: il nuovo sistema prevede infatti leggeri ribassi per le schede Usb, schede di memoria e supporti vergini.

Il ministro Dario Franceschini (foto da www.governo.it)

Tra le novità del decreto, l’applicazione del compenso anche sugli smartwatch per i quali sarà previsto un prelievo variabile tra 2,20 euro e i 5,60 euro a seconda della memoria.

Per Anitec-Assinform, l’associazione di categoria dei produttori del settore, l’emanando decreto si pone in controtendenza con le abitudini dei consumatori. Il presidente Marco Gay ha così commentato: “E’ una proposta di decreto che probabilmente finirà con penalizzare l’innovazione e che va in contrasto alle abitudini dei consumatori che non ricorrono più alla copia privata per fruire dei contenuti audiovisivi”.