
“Ben venga da parte del ministro l’avvio dei tavoli per la definizione degli atti di indirizzo però occorre definire in partenza gli estremi dell’intervento, a titolo di esempio il comparto scuola, che contiene a grandi linee quasi la metà del pubblico impiego, si vede escluso dal lavoro agile dal decreto agostano, come indicato dal legislatore, fatto dovuto alla riapertura della scuola – ha sottolineato Pacifico -. Ma sappiamo che alcune scuole non riapriranno; quindi serve un emendamento per definire meglio quello che si voleva dire. Bisogna dunque porre anche attenzione al concetto di lavoratori fragili. Quindi se le scuole dovessero chiudere per quarantena, il personale docente e amministrativo posto in smart working non si capisce a quale categoria lavorativa farebbe capo, alla pari dei lavoratori fragili esonerati dal servizio in sede, risulterebbero inabili al lavoro in sede ma abili per il medesimo lavoro in remoto”. In effetti, questo marasma “sul preciso inquadramento lavorativo crea confusione anche tra i lavoratori e differenze di interpretazione tra sezioni del medesimo comparto. Siamo lieti che si aprano questi tavoli per andare ad analizzare gli atti di indirizzo, i contratti vanno rinnovati, potrebbero essere utilizzati i fondi del Recovery Fund. Infine è necessario avere indicazioni celeri sulla riapertura, visto che lunedì prossimo le scuole riapriranno tutte”.
(ITALPRESS).