Befit, il nuovo piano Ue post-Covid per tassare le multinazionali

L’obiettivo di Bruxelles è creare entro il 2023 un sistema fiscale solido, efficiente e funzionale

Come farlo? L’Ue introduce la nuova “Business Taxation” presentata dal Commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni che comprende web tax, imposte pagate nel Paese in cui l’azienda fa profitto e fisco ecologico

Un quadro fiscale comune, quindi, sulla tassazione societaria con una ripartizione equa tra i Paesi Ue per combattere l’elusione fiscale e finanziare il Next Generation EU.

Il nuovo piano avrà anche lo scopo di contrastare le società di comodo e prevede la pubblicazione delle aliquote fiscali reali delle multinazionali che operano in Ue.

Il Befit

Business in Europe: Framework for Income Taxation (Befit)‘ (questo il nome del piano) fornirà “un unico regolamento sull’imposta sulle società, offrendo una ripartizione più equa dei diritti di tassazione tra gli Stati membri”, spiega la Commissione Ue nella sua comunicazione, sottolineando l’intenzione di “ridurre gli oneri amministrativi, rimuovere gli ostacoli fiscali e creare un ambiente più favorevole alle imprese nel mercato unico”, nonché “minimizzare le possibilità di elusione” fiscale.

ll Befit, si legge ancora nel documento Ue, avrà come caratteristiche principali “una base imponibile comune e la ripartizione degli utili tra gli Stati membri sulla base di una formula”, tenendo conto dei progressi nelle discussioni sulla tassazione minima per le multinazionali in corso a livello dell’Ocse.

La ripresa economica delle imprese nel post-Covid

“Vogliamo promuovere gli investimenti e l’innovazione – ha spiegato Gentiloni – abbattendo le distorsioni presenti nella tassazione delle società. Il nostro sistema di tassazione delle società non dovrebbe spingere le imprese ad accumulare debito rispetto al finanziamento azionario, ma al momento è così. Questo problema è diventato sempre più pressante dal momento che lo stock di debiti delle aziende è aumentato in modo significativo durante la pandemia”.

Le ragioni del nuovo piano

Il primo motivo è sicuramente quello che riguarda proprio la ripresa economica dopo la crisi economico-sanitaria da Covid-19: “L’ombra del Covid-19 sta cominciando a sollevarsi dall’economia europea. Ma la sua eredità rimarrà nelle finanze pubbliche e nella maggior necessità di investimento dei Paesi, sia a livello pubblico che privato: gli Stati membri necessitano di entrate fiscali stabili per affrontare queste sfide”, ha detto l’ex presidente del Consiglio, spiegando che gli Stati membri perdono decine di miliardi di euro ogni anno a causa di frode, evasione ed elusione fiscale. Secondo le stime Ue presentate dal commissario, i Paesi perdono “circa 50 miliardi di euro all’anno a causa delle frodi transfrontaliere sull’Iva, 46 miliardi all’anno per evasione fiscale internazionale da parte di individui, e tra i 35 e i 70 miliardi l’anno a causa dell’elusione delle imposte sulle società”.

Ma c’è anche la necessità di incentivare e semplificare tutte quelle azioni che possono aiutare a uscire dalla crisi e costruire il futuro: “Le tasse possono essere usate per promuovere attivamente le nostre priorità politiche condivise, quindi raggiungere la neutralità climatica, aumentare la competitività digitale, migliorare la salute pubblica, combattere la disuguaglianza”, ha detto Gentiloni nel suo discorso.

Infine, la Commissione Ue fa una valutazione anche sulle tendenze del lungo periodo. “Le nostre popolazioni stanno invecchiando, i nostri mercati del lavoro stanno cambiando a una velocità sempre maggiore. Tutte queste cose ci porteranno, nel prossimo futuro, a spostare l’onere della tassazione dal lavoro verso altre aree”, ha spiegato Gentiloni. Anche per questo, nei mesi scorsi USA e Ue avevano comunicato di aver trovato un accordo comune per la tassazione delle grandi piattaforme digitali.