
Nuove scelte di consumo, nuovo futuro per il mondo della pubblicità online. In un nuovo studio del gruppo pubblicitario inglese WPP Media si è prevista un’inversione tra media tradizionali e content creator individuali.
Infatti, nell’analisi WPP ha affermato che oltre la metà dei ricavi pubblicitari legati ai contenuti online proverrà da piattaforme su cui operano utenti individuali e non da contenuti prodotti professionalmente, come da tv, giornali, radio e cinema.
Il mondo cambia anche per la pubblicità
Intorno ai contenuti generati e pubblicati dai creator, gireranno 376,6 miliardi di dollari, un aumento del +20% rispetto al 2024 tra pubblicità, sponsorizzazioni e collaborazioni con brand.
Ma cosa sta facendo virare l’attenzione del pubblico? Perché questo cambiamento di rotta dai media tradizionali al singolo intervento di un utente? La WPP evidenzia dei confini sempre più labili tra contenuto amatoriale e professionale. Non è raro trovare dei prodotti digitali di alta qualità anche su una pagina Instagram o TikTok, realizzata con attrezzature professionali o magari in collaborazione con i media tradizionali. Infatti, “amatoriale” non per forza ormai coincide con “minore qualità”.
Ma non è l’unico fattore. Gli utenti preferiscono sempre di più formati brevi, veloci, dinamici e personalizzati. Lo spot o la pubblicità dei media tradizionali per come li conosciamo stanno perdendo terreno in favore del contenuto interattivo che si può trovare nei social, nei video, nei podcast.
Inoltre, il content creator crea un brand che modifica il rapporto interpersonale con l’utente. La pubblicità dei professionisti “vecchio stampo” cercava di raccogliere un bacino di utenze il più vasto possibile, mentre l’influencer o i creator instaurano un rapporto di fiducia, fidelizzando meglio dei messaggi pubblicitari professionali.
Adeguamento o nuova strada?
Come contrastare dunque l’erosione anche delle entrate pubblicitarie nel settore della comunicazione e dell’informazione? A partire da questa analisi della WPP, nel Regno Unito si sono fatti dei passi avanti anche se in direzioni diverse. ITV, per esempio, si è adattata riorganizzando il sistema di programmazione televisiva diurna, mentre Channel 4 ha adibito un nuovo studio alla diffusione di parte dei suoi prodotti su piattaforme come TikTok e YouTube.
L’ampliamento della base di utenza verso il pubblico più giovane sembra per ora la strategia di engagement più efficiente. In questo periodo di cambiamento tecnologico, non è solo l’Intelligenza Artificiale (IA) che impone il ritmo dell’innovazione. Ma anche il cambiamento culturale della società stimola cambiamenti tecnologici e lavorativi nell’informazione.
Douglas McCabe, CEO di Enders Analysis, società di ricerca e analisi indipendente sui media europei, evidenzia che il giornalismo sta affrontando delle sfide tecnologiche e culturali “in un periodo molto breve” e la vera sfida sarà tenere il passo e comunicare metodi e valori in un contesto liquido in continua evoluzione.
Articolo di T.S.