Vetere (USPI) e Martella (PCM): “L’intervento statale è fondamentale nel settore dell’editoria”

Per il Segretario Generale USPI e il Sottosegretario con delega all’editoria, il rilancio del comparto della stampa e della informazione non può prescindere dalla difesa del pluralismo da parte dello Stato.

Cosa si è detto al Convegno USPI “Una nuova strategia per il rilancio del settore dell’editoria”.

Giovedì 26 settembre, presso la sala Koch del Senato – Palazzo Madama a Roma, l’Unione Stampa Periodica Italiana ha organizzato un incontro per presentare le azioni intraprese e finalizzate a rilanciare il settore dell’editoria, favorire la ripresa dell’occupazione, contrastare il lavoro precario e sostenere la tenuta del sistema previdenziale.

Al Convegno sono intervenuti il neo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria Andrea Martella, il senatore questore Antonio De Poli e il senatore e membro dell’ufficio di Presidenza del Senato Francesco Laforgia.

Hanno svolto relazioni il Segretario Generale USPI Francesco Saverio Vetere, il Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna e il Consigliere di amministrazione AON, Giorgio Moroni, che ha presentato l’Accordo Quadro per la creazione della polizza RC professionale per gli editori. Ha coordinato i lavori il Segretario Generale Aggiunto della Federazione Nazionale della Stampa Italiana Carlo Parisi.

Riportiamo una sintesi dei loro interventi.

Introduzione

CARLO PARISI

Segretario Generale Aggiunto della FNSI

Introducendo i lavori, Parisi ha auspicato un passo di cambio dell’informazione in generale, che non ha retto la veloce evoluzione  della tecnologia. Da 6milioni di copie vendute negli anni ’90 si è passati alle attuali 1,6milioni. Il settore è stato devastato dalla crisi e ha dovuto fare un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali per i giornalisti, finanziati esclusivamente dall’NPGI, La cassa dell’Istituto di previdenza è in grave sofferenza, Si sono persi 5mila posti di lavoro. Dei 109mila iscritti all’Ordine dei giornalisti, solo 9mila sono contrattualizzati e versano i contributi previdenziali. “E’ necessario – ha concluso Parisi – un importante intervento pubblico”.

I saluti

FRANCESCO LAFORGIA

Membro dell’ufficio di Presidenza del Senato

Riportando i saluti del Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il senatore ha invitato tutte le parti in causa a una discussione pubblica sul valore della libera informazione. Si è dichiarato d’accordo sulla necessità di un intervento pubblico, raccogliendo le sollecitazioni dell’USPI che ha sempre indicato l’importanza che contributi e regolamentazione del settore vadano di pari passo. Le stesse battaglie dell’USPI, che oggi vengono presentate al pubblico – Contratto nazionale di lavoro e polizza di responsabilità civile per editori e giornalisti – sono per Laforgia uno stimolo per il legislatore che è chiamato, oggi più di ieri, a combattere la precarietà del lavoro giornalistico, e a individuare dei meccanismi di tutela per editori e giornalisti contro le “liti temerarie”.

“L’USPI, con i passi compiuti – ha così concluso il senatore, ci invita a raccogliere i segnali provenienti dal settore e ad essere tutti più consapevoli e responsabili”.

ANTONIO DE POLI

Questore del Senato

A dibattere in questo Convegno c’è il “cuore pulsante” della democrazia e la presenza del sottosegretario Martella è un chiaro segno di quanto sia importante riflettere su tali questioni. Perché, sostiene il senatore, esiste un forte rischio di delegittimazione delle Istituzioni. Occorre prestare attenzione al mondo dell’editoria e al suo futuro, con interventi dello Stato nel settore.

“La politica e lo Stato – ha concluso De Poli – devono sostenere la stampa libera e la libertà di stampa”.

ANDREA MARTELLA

Sottosegretario di Stato con delega all’editoria

“Ho accolto con gioia questo invito. – ha esordito Martella – Da me oggi aspettatevi un messaggio di saluto, per ragioni di correttezza istituzionale verso il Parlamento vorrei astenermi dal dire quali saranno i miei indirizzi. Voglio ascoltare i vostri pensieri e pareri su questo bene pubblico fondamentale quale è l’informazione”.

Quando si elaborano delle strategie per il nostro settore, ha sostenuto il sottosegretario, non si può prescindere da alcuni principi: la libertà di stampa è un bene di tutti, fondamentale per il funzionamento della nostra società. Bisogna assicurare sostegno al pluralismo.

Il lavoro giornalistico (al pari della libertà di stampa) è fondamentale per la qualità della informazione: ne discende la possibilità del lettore di informarsi correttamente e crearsi un’opinione. Ora sembra giunto il momento di fare delle scelte politiche che possano offrire al settore delle strade di miglioramento. La crisi dell’editoria è dovuta sicuramente alla rivoluzione digitale che ha cambiato il modo di fruizione e di produzione dell’informazione, ma la democrazia ha tra i suoi fondamenti quello di una stampa libera, professionale, ancorata alla verità dei fatti e pluralista. Per questo occorre, secondo Martella¸ combattere l’odioso problema della pirateria. Il copyright, terreno di scontro tra ideologie negli ultimi anni, è essenziale per preservare la certezza del principio fondamentale della giusta remunerazione del lavoro.

“Questo è il mio messaggio, il mio saluto, – ha chiosato Martella – la mia ispirazione fondamentale. Solo con il confronto sereno tra le parti si potrà aprire un orizzonte di crescita per il settore. La tutela dei diritti e la difesa del lavoro sono ambiti essenziali per la nostra democrazia”.

Le relazioni

FRANCESCO SAVERIO VETERE VETERE:

Segretario Generale USPI

Ringrazio il Sottosegretario Martella e i senatori intervenuti per l’attenzione al nostro settore, ha esordito Vetere, e per la sensibilità che trova riscontro nell’anima profonda dell’USPI. Il settore è in grande crisi da una parte (cartaceo) e in grande sviluppo dall’altra (digitale).

Gettiamo le basi per un grande lavoro che ci aspetta nei prossimi mesi, ha sostenuto il Segretario Generale, senza però trascurare il contenuto che le associazioni e la Presidenza del consiglio hanno portato, nei mesi scorsi, durante i lavori degli Stati generali dell’editoria. È stato fatto un grande lavoro e quel lavoro non va buttato via perché i rappresentanti del settore hanno rappresentato le criticità di tutto il comparto.

Si partiva da presupposti diversi che hanno orientato il lavoro delle istituzioni e delle parti sociali in maniera diversa. Siamo partiti da un’idea dello Stato che si è andata modificando nei mesi, originariamente il settore avrebbe dovuto rinunciare all’intervento pubblico perché inizialmente il tema era quello.

“Per la tutela del pluralismo dell’informazione in Italia non è possibile rinunciare all’intervento statale nel settore, che deve tutelarlo e regolamentarlo. – ha affermato Vetere – Parliamo della necessità che alcune voci nascano e restino presenti nel sistema dell’informazione per garantire un effettivo pluralismo. Il pluralismo si deprime se i giornali chiudono”.

Anche l’Ordine dei giornalisti, ha insistito il responsabile USPI, esiste perché nel nostro ordinamento è previsto che la professione sia regolamentata. I principi deontologici vanno tutelati e la disinformazione si può arginare ricorrendo alla deontologia.

L’USPI chiederà che i contributi vengano mantenuti anche dopo il 2022. I numeri di vendita dei giornali generalisti sono crollati nell’editoria imprenditoriale, è quella che è in crisi. I giornali non si leggono più a causa del disinteresse dei lettori e occorrerà capirne il motivo.

Rispetto all’editoria digitale, che invece è in crescita, bisognerà sostenerla per farle aumentare il fatturato, individuando anche possibili contributi indiretti. Andrà analizzata la struttura stessa dei contributi indiretti e l’eventualità di abbattimento del cuneo fiscale.

La storia del nostro Paese, ha così ricordato Vetere, ci dà un’indicazione importante: lo Stato deve intervenire per sostenere il pluralismo, ma dentro un recinto di regole da rispettare.

L’editoria online  si è ritrovata molto in ritardo nel sistema editoriale, perché non voleva accettare regole, questo ha portato come conseguenza che l’online non abbia mai avuto un sistema di contribuzione pubblica. I giornali online, registrati in tribunale, devono poter accedere ai contributi pubblici e quindi all’aiuto dello Stato.

Negli anni ’70, ha richiamato alla mente il SG, ci fu uno sviluppo tecnologico importante, e lo Stato varò la legge 416/1981, che regolava il settore e prevedeva i contributi pubblici per 5 anni. Quella legge smosse il settore.

“Occorre, oggi più di allora, – ha finito l’intervento Vetere – una nuova legge che regoli e dia sostegno al comparto editoriale come attualmente si struttura”.

Riguardo alla nuova polizza RC editori creata dall’USPI e AON per gli associati alla Unione, Vetere ha sottolineato il problema delle querele temerarie, che comprimono la libertà di informazione, e sono delle vere e proprie intimidazioni per gli editori. Il prezzo della polizza è proporzionato alla dimensione dell’editore quindi ha costi giusti in relazione alla grandezza dell’azienda.

CARLO VERNA

Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti

Le convenzioni sociali e il mondo dell’informazione sono cambiati totalmente. “La professionalità della intermediazione, tipica prerogativa del giornalismo, non esiste più. – ha sottolineato il Presidente – L’Ordine dei giornalisti è uno strumento di garanzia della democrazia e non costa un euro al cittadino”.

Diminuiscono i rapporti di lavoro strutturati, ma il lavoro c’è ancora e aumentano anche i giornali, soprattutto gli online. Siamo ossigeno per questa democrazia, per questo servizio che diamo alla comunità e ai cittadini.

Il mondo è sostanzialmente cambiato, la carta stampata non è un dinosauro è un bene culturale che va sostenuto e valorizzato. Il web è un mare di possibilità, di libertà che però vanno regolamentate. “C’è da ripensare completamente tutto l’approccio alla legislazione che riguarda l’informazione. – ha concluso Verna – Ci sono troppi punti oscuri e norme poco chiare”.

GIORGIO MORONI

Consigliere di amministrazione di AON

La polizza assicurativa ha una funzione sociale. L’incarico di strutturare una assicurazione di responsabilità civile per gli editori e i suoi dipendenti e collaboratori è stato una sfida complessa, ma molto interessante. Realizzare questa convenzione è stata un’impresa, con tutte le sue fragilità, perché solamente con la costituzione di una massa critica importante questa garanzia assicurativa potrà durare nel tempo e avere una continuità. Bisogna formare la massa critica per reggere l’urto delle denunce e querele.

E’ la prima assicurazione in assoluto in Italia. Le caratteristiche principali di questa convenzione sono che non ci sono sovrappremi per le testate online, c’è un team centralizzato dedicato alla gestione dei casi. Copre tutti i casi di colpa. L’unico discrimine è il dolo.

Per ulteriori e più approfondite informazioni. vai all’articolo dedicato.

Il saluto

UBERTO FRASCERRA

Presidente MEPE – Distribuzione Editoriale

“La distribuzione in edicola e nei punti alternativi è ancora un caposaldo della nostra filiera, – ha dichiarato Frascerra – ma nessuno se ne occupa e se ne preoccupa”.

Nel 2012, il fatturato era di 2.850milioni di euro, nel 2019 è sceso a 1.650milioni. Il mercato sta crollando. Hanno chiuso edicole, distributori locali e distributori nazionali. Lo Stato non aiuta questa parte di settore. Serve un urgente sostegno al settore distributivo.

(Le foto e il video sono © USPI 2019)