Su Facebook bufale viste 3,8 mld volte, i siti di disinformazione cliccati 4 volte di più rispetto agli “ufficiali”

Nell’ultimo anno, e in particolare negli ultimi sei mesi, si sono registrati dei picchi disinformativi importanti e Facebook è stato il principale diffusore, nonostante gli sforzi del social per etichettare e segnalare i post contenenti fake news. Infatti, sulla piattaforma di Mark Zukerberg i contenuti fake sono stati visti nell’ultimo anno nel mondo 3,8 miliardi di volte. Sembra che solo nel 16% dei casi i post con le fake news sono stati contrassegnati come fuorvianti, mentre gli altri sono rimasti online senza nessuna etichetta.

Ad affermarlo è uno studio dell’Ong Avaaz in riferimento al periodo giugno 2019-maggio 2020.  Il picco massimo delle letture di siti di disinformazione si è verificato nel mese di aprile 2020, il periodo peggiore della pandemia (460 milioni). Secondo lo studio, i dieci siti che hanno diffuso più bufale negli ultimi mesi hanno avuto quattro volte più visualizzazioni dei dieci migliori siti ‘ufficiali’, come quello dell’Oms. 

Il tema più gettonato sarebbe ovviamente quello che riguarda tutti gli aggiornamenti sul Covid-19. Infatti, la singola notizia più cliccata è un articolo che afferma che la American Medical Association ha incoraggiato i medici a sovrastimare i morti per la malattia, notizia letta oltre 160 milioni di volte.

I colpevoli di tutta questa disinformazione sarebbero 82 pagine web (che utilizzano una rete di 1000 pagine Facebook per veicolare i propri contenuti), siti ‘superdiffusori’, che in percentuale producono il 43% della disinformazione mondiale

“In media queste pagine Facebook sono state create sette anni fa – scrivono gli esperti -, una conferma che molti di questi attori sono attivi sui social da tempo. Le pagine non sono esclusivamente dirette alle persone che cercano informazioni sulla salute, metà hanno anche interessi politici o nelle news ‘alternative'”.