Studio Mediobanca: i giganti del web fatturano oltre mille miliardi, crescita anche nel primo semestre 2020

Secondo uno studio dell’Area Studi di Mediobanca, mentre durante il lockdown la maggior parte delle aziende hanno visto enormi contrazioni dei ricavi, i giganti del web nel primo semestre del 2020 hanno visto crescere ancora i propri ricavi. 

Il report ha inoltre analizzato come nel quinquennio 2015-2019 i WebSoft hanno più che raddoppiato il fatturato a un ritmo 10 volte superiore a quello delle grandi aziende manifatturiere. Le 25 compagnie prese in analisi si occupano di internet retailing, produzione di software e internet services e hanno sede negli Usa (14), in Cina (6), in Giappone (3) e in Germania (2).

Nell’ultimo anno il fatturato dei primi 25 colossi ha toccato quota 1.014 miliardi, aumentando anche utili, forza lavoro e valore di Borsa. Ma la ricerca spiega anche chiaramente come circa la metà dell’utile ante imposte dei giganti del web è tassato in Paesi fiscalità agevolata, come l’Irlanda e Singapore ma pure Usa e Cina, con un conseguente risparmio fiscale di oltre 46 miliardi nel periodo 2015-2019

Durante la crisi provocata dal Covid-19 si è registrato un boom dell’e-commerce (+31,3% nel primo semestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019), del Fintech (+26,1%) e della sottoscrizione di abbonamenti (+24,6%)

Lo studio riporta, inoltre, come a fine 2019 la forza lavoro delle WebSoft era di 2,2 milioni di persone in tutto il mondo, con un incremento di un 1 milione di unità rispetto al 2015 (+90,6%). La presenza femminile tra i dipendenti delle WebSoft è del 37,7%; la percentuale si abbassa per le posizioni di leadership (30,1%) e per quelle tecnologiche e digitali (25,8%). Negli Stati Uniti metà della forza lavoro è bianca, il 61,9% nei ruoli di comando. Nelle posizioni tecnologiche la maggioranza (52%) è di provenienza asiatica.

In Italia, questi giganti del web e del software sono situati per la maggior parte nelle province lombarde di Milano e Monza Brianza e nel 2019, hanno fatturato oltre 3,3 miliardi (pari allo 0,3% del totale delle aziende web e software a livello mondiale), versando al fisco italiano circa 70 milioni, per un’aliquota fiscale effettiva del 32,1%.