
Il GEPD, Garante europeo per la protezione dei dati, ha pubblicato una nuova guida per il policy-making europeo in materia di privacy. L’obiettivo è ottenere delle norme qualitativamente più forti per quanto riguarda la sicurezza dei propri dati, ma soprattutto un principio operativo concreto che sia la direttrice dei co-legislatori europei (Commissione, Parlamento e Consiglio).
Il trattamento dei dati personali necessita di leggi che rispettino in pieno i diritti fondamentali garantiti dall’Unione, attraverso l’uso di dispositivi normativi formulati in modo chiaro e preciso. Wojciech Wiewiórowski, il Garante europeo, ha messo l’accento su quanto, a fronte di un’epoca in cui la sicurezza assoluta dei dati sembra quasi un’utopia, la “protezione dei dati è una parte centrale del processo politico […], ma richiede linee guida chiare e concrete”.
Il Garante chiede maggiore trasparenza
Il senso della guida risiede nella richiesta ai legislatori di precisione e trasparenza nel tracciare i giusti confini tra trattamento consensuale e violazione della privacy. Quali siano le garanzie per gli interessati di fronte agli Over The Top, ma soprattutto su quali basi giuridiche o con quali scopi precisi essi possano operare, sono domande che il Garante invita a porsi.
C’è bisogno di criteri vincolanti per fare in modo che ogni legge non vada a violare la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Inoltre, bisognerebbe giustificare, e documentare, il motivo di ogni trattamento nonché la necessità e la proporzionalità, accettando anche di andare a limitare alcuni diritti individuali.
L’autorità europea ha deciso di pubblicare la guida in occasione delle iniziative per il suo ventesimo anniversario. Una scelta che mira a mostrare il Gepd non solo come “controllore” attivo dei processi legislativi europei ma anche come interlocutore tecnico per quanto riguarda lo scambio e il trattamento dei dati. Il richiamo del Garante alla competenza normativa ricopre anche un significato politico: c’è bisogno di metodo e coerenza giuridica per garantire all’Europa una vera e propria dignità digitale.
Articolo di L.C.