
Con un comunicato stampa il GPDP (Garante per la Protezione dei Dati Personali) ha dato il via a una consultazione pubblica riguardo il modello “pay or ok” che molti editori di giornali usano sui propri siti.
Valutare il consenso
Il sistema “pay or ok” presuppone che l’accesso a un sito sia condizionato da una scelta che l’utente può fare: sottoscrivere un abbonamento a pagamento oppure acconsentire al trattamento dei dati personali, usando cookies o strumenti di tracciamento ai fini di profilazione commerciale. Se una delle due opzioni è assente, allora il sito resta bloccato.
L’obiettivo del Garante è proprio valutare quanto tale bivio sia lecito ai fini della libertà di informazione ma soprattutto rispetto al diritto fondamentale alla privacy online.
Una terza via
L’iniziativa è parte di una serie di istruttorie già avviate verso diversi editori di giornali che usano questo metodo controverso. Nonostante ciò, l’Autorità ha specificato che vuole “evitare un approccio meramente sanzionatorio”, anche perché questo modello rappresenta una fonte di reddito non indifferente per gli editori.
Insieme all’EDPB (European Data Protection Board), il Garante italiano sta chiedendo a tutti i portatori di interessi di dare il proprio contributo nella ricerca di una terza strada che possa essere in grado di bilanciare pluralismo informativo, esigenze economiche delle testate e privacy.
La maggior parte degli utenti, afferma il Garante, “pur di accedere gratuitamente, […], acconsente al trattamento dei propri dati, spesso neppure comprendendo a pieno gli effetti delle proprie scelte”. Scelte che mettono sullo stesso piano un abbonamento da pochi euro al mese e la propria riservatezza, in un panorama in cui la gratuità dell’online, in realtà, si paga con la vita privata.
Articolo di L.C.