OdG, nel Testo Unico dei doveri del giornalista entra ufficialmente il ‘Manifesto di Piacenza’

Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha approvato l’integrazione delle indicazioni elaborate nella Carta deontologica del giornalismo scientifico dell’UGIS – Unione Giornalisti Italiani Scientifici, in collaborazione della Fondazione Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna.

Oggi più che mai, in particolare con la pandemia da Covid-19, è fondamentale la necessità di indicazioni deontologiche nell’informazione scientifica e sanitaria, per tutti i giornalisti non solo specializzati, quando si trovano ad affrontare temi di scienza e salute.

Una vera missione intrapresa da UGIS – Unione Giornalisti Italiani scientifici ormai da diversi anni con un lavoro di analisi, studio e corsi di formazione sulla correttezza e veridicità delle notizie, che ha portato alla stesura e presentazione nel dicembre 2018 del documento “Manifesto di Piacenza – Carta deontologica del giornalismo scientifico”.

Questa Carta è un tassello basilare di un lungo percorso di sensibilizzazione della professione: è stato infatti di stimolo al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti nell’aggiornamento di alcune nuove norme all’articolo 6 del “Testo Unico dei Doveri del giornalista”  che “sinteticamente ed idealmente si ricollegano alla Carta di Piacenza, voluta dall’UGIS” come ha confermato lo stesso presidente dell’Ordine, Carlo Verna, in una lettera al presidente UGIS Giovanni Caprara.

È un passo “storico” e un punto di partenza per il futuro: la necessità di indicazioni deontologiche nell’informazione scientifica e sanitaria è stringente, soprattutto in tempi di pandemia.

Ecco, in sintesi, i principi della Carta:

1) Formazione dedicata

La scienza fa parte della nostra cultura e la sua divulgazione necessita in primis di una formazione dedicata. Il giornalista ha, infatti, l’obiettivo di allargare la propria visione e conoscenza delle problematiche del settore, nella consapevolezza che non si tratta solo di un obbligo di legge, ma di una grande opportunità di crescita professionale.

2) Rapporto con le fonti

Il giornalista ha l’obbligo di ricorrere, soprattutto quando si occupa di materie scientifiche, a fonti qualificate. Il rapporto con le fonti, cioè con gli scienziati, deve essere distaccato per poter esercitare la necessaria visione critica. Inoltre le fonti di consultazione devono essere molteplici per poter effettuare una valutazione più precisa.

3) Processi informativi

Il giornalista deve tener conto dei diversi aspetti della ricerca scientifica i cui risultati diventano talvolta materia economica innescando processi informativi diversi di cui tener conto.

4) Dovere etico / correttezza e veridicità notizia

Occorre esercitare, in questo delicatissimo campo, un dovere etico che si basa sulla verifica ed il confronto per certificare la correttezza e veridicità di una notizia al fine di non dare spazio al rilancio di notizie gonfiate e non veritiere.

5) Non creare aspettative infondate o allarmi ingiustificati

Tra gli scopi del lavoro del giornalista c’è quello di non creare aspettative infondate da una parte o ingiustificati allarmi dall’altra su novità scientifiche ed eventuali scoperte (soprattutto trattando temi legati alla salute), segnalando anche l’esistenza di necessari ed ineludibili tempi di ulteriori ricerche e sperimentazioni.

6) Rapportarsi a differenti posizioni e analisi scientifiche

Se non vi è certezza relativamente ad un argomento scientifico, occorre dar conto delle differenti posizioni in campo e delle diverse analisi.

7) Gestione complessiva di una notizia scientifica

Cautela, prudenza ed equilibrio sono tre parole chiave fondamentali nel percorso di gestione di una notizia scientifica attraverso i media, e ciò rimanda all’alta qualificazione che deve caratterizzare sempre il lavoro del giornalista quando affronta notizie scientifiche.

8) Nelle redazioni: giornalista scientifico mediatore preparato

È necessario sostenere quindi la presenza nei media del giornalista scientifico come mediatore preparato alla specifica informazione. Il suo apporto deve essere separato dagli interventi dei ricercatori. Questi ultimi possono esercitare soprattutto un ruolo di commentatori, diverso, quindi, da quello del giornalista scientifico al quale compete garantire la pienezza dell’informazione.

“Queste nuove norme all’articolo 6 del Testo Unico sono un passo decisivo, storico per il giornalismo nazionale, in un cammino che non finisce qui, ma prosegue verso il futuro. –ha affermato Giovanni Caprara, Presidente UGIS – Siamo onorati di aver potuto contribuire all’evoluzione del nostro settore. La comunicazione corretta della scienza in Italia è una sfida che UGIS porta avanti fin dalle sue origini, dal 1966, con iniziative di divulgazione al pubblico e di aggiornamento professionale ai colleghi. Questo era il nostro obiettivo che ora abbiamo raggiunto grazie all’Ordine nazionale”.

“Il mancato riferimento al giornalismo scientifico nei nostri testi deontologici era oggettivamente una lacuna che andava colmata – ha aggiunto Giovanni Rossi, Presidente del Consiglio regionale e della Fondazione dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna.

Il Presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna ha chiosato: Il Manifesto di Piacenza ha acceso una luce su un’esigenza di attenzione deontologica che l’UGIS aveva messo a fuoco in un tempo ordinario e che oggi ancor di più in epoca di pandemia ci è apparsa improcrastinabile. Crediamo di aver reso, con l’introduzione delle nuove norme, un servizio alla comunità dei cittadini prima ancora che a quella scientifica”.