Nielsen, male dicembre ma l’anno chiude in positivo: cala editoria

Nove milioni e mezzo il valore degli investimenti pubblicitari in Italia, con una crescita del +3,8% della raccolta. I dati di dicembre analizzati da Nielsen, società leader nell’audience insights, registrano una crescita nel periodo cumulato gennaio-dicembre (+3,8%) nonostante il calo dell’ultimo mese dell’anno. 

Rispetto al mese precedente, dicembre si contrae del -1,6% anche se Luca Bordin, Country Leader di Nielsen Italia, afferma che il 2024 è stata “un’ottima annata, sicuramente la migliore degli ultimi anni post Covid (ad esclusione del 2021 che ha registrato un +14%), il che conferma la solidità del settore. Un anno cominciato e proseguito bene, con una crescita costante, un picco nel periodo estivo in concomitanza con i noti eventi sportivi ed un rallentamento nell’ultimo trimestre che risente di una differente allocazione dei budget a favore degli eventi estivi”.

Non considerando la stima sul search, social, classified e OTT (Over-The-Top), l’andamento si attesta a +3,9%.

La stima positiva del 2024

La scia positiva del mercato pubblicitario tuttavia non coinvolge il settore editoriale, che rimane in negativo nelle tabelle Nielsen. 

Confrontando i dati con il 2023, i quotidiani e i periodici segnano rispettivamente -8,5% e -5,5%, peggiorando la performance del settore. Nel mese di dicembre infatti cala la percentuale, segnando un -13,1% nei quotidiani e un -17,7% per i periodici. 

Male anche il Direct mail e la Go TV, il resto delle categorie si attestano sopra lo 0. Bene TV (+7,3%) e rilanciato il cinema, con +23,5%. La raccolta Web Advertising chiude sempre in positivo a +3,4% (+1% se si considera il solo perimetro Fcp AssoInternet). Nel reparto internet infatti si respira aria sana e dinamica, “che performa una crescita del +17%, non considerando la stima degli OTT che a loro volta crescono del +27%”. 

Tra gli 11 settori merceologici in crescita non compare l’editoria, che cala di mezzo punto (-17,5% dicembre vs -17% novembre). La sua quota sul mercato è di 3,5%.

“Guardando al 2025 confidiamo, con un certo ottimismo, in un mercato stabile visto il confronto col 2024 segnato dai grandi eventi sportivi, le previsioni del Pil riviste lievemente in ribasso a +0.8%, un’inflazione prevista inferiore al 2% e le possibili turbative dei mercati dovute alle nuove politiche americane sui dazi”, conclude Bordin.

Articolo di T.S.