La scomparsa del disegnatore Vittorio Coliva

Aveva 80 anni, il suo nome è legato al fumetto Satanik e a riviste mitiche come L’Intrepido e ll Monello

E’ stato uno dei disegnatori dell’epoca d’oro degli albi a fumetti, quando non c’erano ancora i computer, internet e gli smartphone, e le persone avevano sempre sul comodino una pila di giornalini illustrati.

La notizia è stata data sul sito della Sergio Bonelli Editore, precisando che Il disegnatore Vittorio Coliva si è spento all’età di 80 anni a Milano, la scomparsa è avvenuta venerdì 17 agosto. Con la stessa casa editrice aveva collaborato con tavole pubblicate in appendice agli albi di Tex. Un disegnatore eclettico che grazie alla capacità di destreggiarsi senza problemi dal fumetto comico a quello realistico ha potuto lavorare sulle più svariate testate.

Nato a Milano il 30 settembre 1937, dopo aver frequentato l’Accademia di Brera e la scuola di disegno del Castello Sforzesco di Milano, dal 1956 Coliva frequenta lo studio di Roy D’Amy.

Alla fine degli anni 50, in appendice a Tex, pubblica “Il feticcio tragico”, da lui disegnata su testi di Bonelli padre, e, sempre tra le pagine del fumetto dedicato al famoso “Ranger”, appaiono alcune sue illustrazioni dedicate alla storia dell’automobile, della nave e dell’aeroplano.

Tra il 1959 e il 1963, cimentandosi nel genere comico, collabora con le Edizioni Alpe, disegnando, su testi di Roberto Renzi, Oreste il re delle foreste, che viene pubblicato su “Cucciolo”, e Protone, che appare su “Tiramolla”.

Coliva realizza, poi, per l’Editoriale Corno (che porterà successivamente in Italia i fumetti con protagonisti i supereroi americani della Marvel) alcune storie dei personaggi Maschera Nera, Zorak, Kriminal e Satanik.

In particolare, Vittorio Coliva diede un importante contributo a Satanik, fumetto legato al grande filone noir nato con Diabolik, ma dal quale si discosta per aprirsi ad un genere horror, ai tempi di nicchia, che appare profetico rispetto al successo che lo stesso avrà negli anni successivi. Satanik, bella, bionda e spietata, nata da un’idea di Max Bunker (Luciano Secchi) e dal disegnatore Magnus (Roberto Raviola), nel suo volumetto formato tascabile, è il primo personaggio al femminile del fumetto italiano a raggiungere una fama solida, che porterà a pubblicare oltre duecento numeri in dieci anni di successo.

A questo personaggio fu dedicato nel 1968 anche un film, intitolato, ovviamente, Satanik, con la regia di Piero Vivarelli, la sceneggiatura curata da Magnus e Bunker e interpretato dalla bella attrice Magda Konopka.

La carriera di Vittorio Coliva prosegue poi con la casa editrice Universo dove le sue storie verranno ospitate su due testate all’epoca mitiche: Il Monello e l’Intrepido, quest’ultima rivista chiuse alla fine degli anni novanta superando il traguardo dei tremila numeri pubblicati.

Nella sua lunga carriera, Coliva ha lavorato anche per Edizioni Alpe, per Gino Sansoni e per Ediperiodici, oltre ad altre case editrici più piccole. L’ultima sua collaborazione fumettistica è stata con lo Staff di If di Gianni Bono, prima di dedicarsi al disegno di rebus e di illustrazioni per diverse riviste di enigmistica.