Il senso del governo per l’editoria (terza parte: distribuzione e vendita)

Come l’attuale governo giallorosso vuole affrontare e risolvere i problemi del comparto editoriale.

Cerchiamo di capire il presente e il futuro dell’editoria prefigurati dal governo Conte-2, tramite le linee guida dell’impegno istituzionale e politico dell’Esecutivo tracciate da Andrea Martella, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’editoria, nella Audizione informale svolta presso la Commissione Cultura della Camera dei Deputati.

Per titolare questa serie di otto articoli che verranno man mano proposti, abbiamo preso in prestito l’intestazione di un romanzo di Peter Høeg (“Il senso di Smilla per la neve”), da cui è stato tratto l’omonimo e famoso film del 1997 di Bille August, con Julia Ormond.

– Qui il link per leggere gli articoli precedenti.

In questa terza  parte, Martella esamina la rete di distribuzione e vendita dei prodotti editoriali, evidenziando la necessità di recuperare efficienza nella filiera di settore e mettendo a fuoco il fondamentale ruolo di presidio territoriale e la funzione di interesse pubblico che le edicole ricoprono:

3. La rete di distribuzione e vendita

Nel caso dell’editoria la necessità di disporre di un’efficiente rete di distruzione e vendita non risponde soltanto a esigenze economiche.

Assicurare la capillare distribuzione della vendita di giornali e di altri prodotti editoriali in tutti i centri abitati, attraverso un servizio ad effettiva copertura universale, significa garantire un presidio territoriale essenziale per la qualità della democrazia.

Bassa integrazione di processo, generale arretratezza tecnologica e, non da ultimo, un’elevata conflittualità tra i diversi livelli della filiera hanno determinato disomogeneità territoriali e squilibri economici, a danno soprattutto degli edicolanti.

Oggi, la modernizzazione e l’integrazione della filiera editoriale è un’esigenza non più differibile.

Occorre recuperare efficienza collegando in un unico network editori, distributori e rivenditori, in modo da fornire in tempo reale, a tutti gli operatori della filiera, le informazioni di cui hanno bisogno. E’ singolare che ancora oggi gli strumenti informatici necessari a programmare e gestire in modo efficiente la produzione e la distribuzione dei giornali sul territorio siano presenti “a macchia di leopardo”, affidati all’iniziativa di singoli operatori o di singole associazioni di categoria.

L’assenza di un sistema unico ed integrato pesa fortemente sull’efficienza della filiera, ed impedisce agli stessi editori di programmare la produzione e la distribuzione dei loro prodotti con criteri che tengano conto dell’esigenza imprescindibile di abbattere le rese.

3.1 Il presidio territoriale delle edicole

Un tempo l’edicola era uno dei riferimenti principali della vita civile. Insieme alla farmacia e all’ufficio postale rappresentava, soprattutto nei piccoli centri, uno dei fulcri della socialità quotidiana. Oggi questo riferimento è sempre meno presente e visibile nelle nostre città.

Nel 2001 le edicole vere e proprie – cioè i chioschi e i negozi che vendevano esclusivamente giornali, riviste e altri prodotti editoriali – erano più di 36 mila. Alla fine del 2018 anno quel numero era sceso a 15.000. Significa che in 18 anni sono scomparse dalle nostre città ben 21 mila edicole. Siamo passati da un’edicola ogni 1.550 abitanti a una ogni 4.000 residenti.

Le edicole non sono solo un presidio fisico sul territorio. Sono anche e soprattutto un bene immateriale. Assicurando la distribuzione democratica dell’informazione su base plurale e universale, le edicole svolgono innegabilmente una funzione di interesse pubblico, che merita di essere riconosciuta sia pure in un contesto profondamente mutato qual è quello attuale.

Oggi occorrono, innanzitutto, interventi per favorire l’informatizzazione, per sostenere forme nuove di commercializzazione dei prodotti editoriali, per riavvicinare i cittadini alle edicole, attraverso un’offerta nuova e diversificata.

Vanno in questo senso alcune misure introdotte recentemente nell’ordinamento. In particolare, la norma che riconosce ai punti vendita “esclusivi”, anche in ragione della loro presenza capillare sul territorio nazionale, la possibilità di svolgere l’intermediazione di servizi a valore aggiunto a favore delle amministrazioni territoriali, delle aziende sanitarie locali, delle aziende di trasporto pubblico e delle aziende di promozione turistica” (art. 64-bis, D.L. n. 50/2017).

A questo proposito, merita attenzione un progetto avviato sulla base di un protocollo d’intesa con l’Anci. E’ il progetto orientato a consentire alle edicole di vendere anche servizi anagrafici, dando ai cittadini la possibilità di richiedere e ritirare certificati di nascita, morte e residenza senza recarsi in circoscrizione. Un’iniziativa che – all’esito della sperimentazione che si sta svolgendo in alcune città pilota (per esempio Firenze, Genova, Torino e da ultimo Roma) – potrebbe essere sviluppata ed estesa a tutto il territorio nazionale.

Un’altra recente misura di incentivo che il Governo intende sviluppare è quella che ha introdotto, nell’ambito della legge di bilancio 2019, il cd tax credit per le edicole (art. 1, cc.806-808, L. n. 145/2018).

E’ un credito d’imposta pari a 2 mila euro annui in favore di ciascun esercente l’attività di vendita dei giornali, che può utilizzato per compensare le imposte locali pagate (IMU, TASI, COSAP e TARI), ma anche il canone di locazione, nell’ipotesi in cui l’esercente operi come unico punto vendita esclusivo nel territorio comunale.

La misura è ancora sperimentale e all’esito del primo biennio di applicazione dovrà essere valutata ed eventualmente ricalibrata per renderla più efficace. Ma una forma di sostegno fiscale diretto al sistema delle edicole sarà in ogni caso mantenuto.

3.2 Rapporti economici tra i componenti della filiera distributiva

Un altro fronte che necessita di adeguata regolazione è quello che riguarda i rapporti economici tra i soggetti della filiera distributiva.

E’ da valutare positivamente la norma introdotta nel 2017 che ha fatto obbligo alle imprese di distribuzione territoriale dei prodotti editoriali di garantire a tutti i rivenditori l’accesso alle forniture a parità di condizioni economiche e commerciali e di assicurare forniture adeguate a soddisfare le esigenze dell’utenza del territorio. Così come il divieto per le imprese di distribuzione di condizionare le forniture a servizi, costi o prestazioni aggiuntive a carico del rivenditore, ovvero di rifiutare la restituzione delle pubblicazioni fornite in eccesso.

Anche in questo caso, l’azione di governo dovrà essere orientata a rendere più incisiva ed efficace l’integrazione degli operatori economici, attraverso interventi concertati con tutti gli attori del sistema, in grado di dare alla filiera un assetto più equilibrato dei rapporti tra le sue componenti e di renderla più aperta, efficiente e competitiva.