
La Corea del Sud blocca il servizio di DeepSeek, Intelligenza Artificiale (IA) cinese: la sospensione temporanea è legata a timori per le sue “pratiche di raccolta dati”. La lista di Paesi che pongono dubbi sulla nuova IA si allunga: l’Italia e l’Australia, infatti, sono state le prime nazioni a frenare l’avanzata di DeepSeek ritenendo insufficienti le modalità di raccolta e gestione di informazioni personali.
La battuta d’arresto sudcoreana è entrata in vigore appena le agenzie governative e alcuni ministeri hanno annunciato l’inadeguatezza degli standard della società cinese, vietando di conseguenza l’accesso degli utenti a DeepSeek.
DeepSeek bloccato: quali le prospettive?
Il sistema IA è dunque stato sospeso il 15 febbraio alle 18.00 (ora locale) e la Corea del Sud promette di riattivarlo solo quando “miglioramenti e rimedi” saranno soddisfacentemente apportati dalla casa madre. Seul ha dunque fornito gli standard di sicurezza per la privacy degli utenti e le leggi sulla tutela delle informazioni personali in modo da rendere possibile l’adeguamento alle norme.
In ogni caso, la notizia non arriva all’improvviso. Infatti, da più di un mese lo Stato asiatico aveva avviato un’indagine formale sul modello IA e aveva richiesto approfonditi chiarimenti sul metodo di raccolta delle informazioni personali, sulla loro gestione e sul metodo di addestramento dell’IA.
Per ovviare a qualsiasi tipo di tensione, la Cina ha inviato un rappresentante di DeepSeek a Seul per collaborare con le autorità competenti e sistemare le carenze riguardanti la privacy. Iniziate le valutazioni e riconosciute le difficoltà del modello IA cinese, la start up ha dichiarato che “avrebbe inevitabilmente richiesto una notevole quantità di tempo” adeguare DeepSeek R1, alle leggi sulla privacy locali vigenti.
Proprio per questo motivo, l’agenzia nazionale sudcoreana per la privacy “per evitare che si diffondessero ulteriori preoccupazioni, ha raccomandato a DeepSeek di sospendere temporaneamente il suo servizio apportando i miglioramenti necessari”. Proposta che la start up ha accettato.
Nam Seok, direttore della divisione investigativa della commissione per la privacy, si è anche rivolto ai cittadini consigliando di interrompere qualsiasi interazione con la piattaforma, che solo a gennaio ha rilevato 1,2 milioni di utenti.
Una Cina mansueta?
Nonostante le grandi capacità e il forte interesse di utenti e investitori per DeepSeek, già molti Paesi hanno iniziato a valutare e mettere in dubbio la raccolta, gestione e archiviazione dei dati da parte dell’IA cinese.
Con quest’ultima contromossa da parte della Corea, la Cina alza la voce e condanna i Paesi che intendono “politicizzare il commercio e la tecnologia”. Guo Jiakun, portavoce del Ministero degli Esteri ha replicato: “noi speriamo che i Paesi rilevanti possano evitare di prendere misure che esagerano il concetto di sicurezza o politicizzino le questioni legate a commercio e tecnologia”.
Articolo di T.S.