Convegno USPI sulle “Fake news” | Vetere: “La disinformazione è sempre esistita. Oggi è amplificata dall’utilizzo di internet”

Il Convegno, organizzato da USPI – Unione Stampa Periodica Italiana, “Fake News – Libertà e responsabilità di informazione nell’era digitale” si è tenuto ieri, martedì 12 novembre 2019, presso la Sala Koch del Senato della Repubblica, con una sala gremita ed interventi precisi e stimolanti.

I lavori, diretti magistralmente dalla moderatrice Federica Meta – giornalista CORCOM-, sono iniziati con il saluto istituzionale del Sen. Antonio De Poli e proseguiti poi con gli interventi del Segretario Generale USPI, Francesco Saverio Vetere, del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna, del Public Policy manager di Google Italia, Diego Ciulli, del Direttore di Giornalistitalia.it, Carlo Parisi, e dell’esperto in materia di Diritto e Mercati dei contenuti e dei servizi online dell’Università Europea di Roma, Maurizio Gualdieri.

Il Sen. Antonio DE POLI, durante i suoi indirizzi di saluto, in primis ha ringraziato l’USPI per l’organizzazione di un evento su temi tanto attuali e dibattuti come quelli delle fake news, della disinformazione e della responsabilità dell’informazione. De Poli sottolinea subito quanto siano fondamentali “sia la libertà che la responsabilità nel fare informazione oggi, soprattutto nel digitale. L’informazione del futuro è la 4.0 ma in realtà la stiamo già sperimentando. Le fonti informative sono aumentate grazie alle tecnologie e per questo è molto importante fare informazione con responsabilità, che va di pari passo con la professionalità: bisogna tutelare chi fa informazione in modo professionale, chi lo fa con serietà. La mediazione giornalistica è fondamentale ma va fatta correttamente. Dobbiamo accogliere le sfide del digitale, delle nuove tecnologie perché l’innovazione è un’onda che va “surfata” altrimenti ci travolge”.

Dopo un breve commento, la Dott.ssa Meta ha introdotto immediatamente l’intervento del Segretario Generale dell’USPI Vetere, dopo i canonici saluti d’apertura e i ringraziamenti ai relatori presenti, si è concentrato sul tema del convegno, definendo alcuni termini fondamentali come quelli di «fake news» – “termine generico per indicare indistintamente una vasta gamma di disturbi dell’informazione” – e «disinformazione» – “contenuti informativi creati per risultare verosimili, contagiosi e con intento doloso di diffusione”.
“L’informazione si è sempre accompagnata alla disinformazione, non è solo un fenomeno che riguarda l’informazione online. Ci sono innumerevoli casi di disinformazione nella storia, anche nel corso del XX secolo, consistenti nell’attuazione di una precisa strategia di disinformazione su mezzi che in quel momento erano attivi: carta stampata, radio e tv. Con l’avvento delle nuove tecnologie abbiamo assistito a cambiamenti importanti anche nel sistema di fruizione dell’informazione, ma anche a nuovi sistemi di creazione dell’informazione”.
Il rapporto del pubblico con l’informazione è un tema nel tema: “Nel XXI secolo non si può più parlare di analfabetismo, ma si parla (da 35 anni) di analfabetismo funzionale, ovvero dell’incapacità del pubblico di esercitare una vera e reale attività critica sui testi, sulle cose che legge” continua Vetere, che poi passa ad analizzare il sistema delle regole giornalistiche che “sono state pensate per l’informazione tradizionale, per un sistema verticale in cui il giornalista è il mediatore. Questo è necessario ancora adesso, ma l’informazione ad oggi non è più solo in mano ai giornalisti e questo va considerato mentre si ripensa il sistema, modificato dallo sviluppo tecnologico.”
Poi conclude: “Anche la struttura dei nostri ordinamenti è lenta, ma non possiamo neanche pretendere che la legge regolamenti ogni singola parte di un fenomeno che cambia ogni 6 mesi. La tecnologia ci cambierà, ma noi possiamo unire alla tecnologia un sistema di lavoro espresso in una maniera più consona ai nuovi tempi. Siamo vecchi come istituzioni ma non come valori e questi valori sono lo scopo del nostro lavoro e dobbiamo cercare di portarli nel mondo di internet. Questo sarà il nostro lavoro futuro”.

Carlo Verna, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, all’inizio del suo intervento, chiarisce subito di essere d’accordo con Vetere per quanto riguarda le regole deontologiche pensate per un sistema completamente diverso: “Le cose dal 1963 (anno in cui è stata promulgata la legge n. 69 che regolamenta la professione), sono cambiate molto, non ci sono più pochi soggetti che fanno informazione, ormai è una questione che riguarda tutti. Il fenomeno è nuovo e sovranazionale, il cambiamento è tumultuoso, paragonabile solo a quando tutto cominciò”. Per Verna, inoltre, è fondamentale rendersi conto di come “gli algoritmi e la pubblicità personalizzata orientino le nostre scelte, è come se fosse una maxi-fake news. È per questo che è importante che l’Ordine combatta questa battaglia e noi vogliamo farlo, confrontandoci con tutti i soggetti che si sono accorti della pericolosità della situazione transitoria attuale”.

L’interessante intervento di Diego Ciulli, Public Policy manager di Google Italia, si apre con un’affermazione che fa riflettere: “È fondamentale identificare il nemico per poterlo contrastare. Il nemico non sono le fake news ma la disinformazione. Non si devono contrastare le bugie, perché fanno parte del sistema democratico, ciò che si deve combattere è la disinformazione, ovvero qualcosa di calcolato per distogliere l’attenzione del pubblico e manovrare il pensiero”. In chiusura poi, aggiunge: “Abbiamo l’urgenza di educare i cittadini alla bellezza della pluralità informativa, senza però fidarsi di qualsiasi cosa leggano in rete”.

Il Direttore di Giornalistitalia.it, Carlo Parisi, affronta il tema del convengo analizzando la posizione dei colleghi: “I giornalisti si trovano sempre più imbavagliati sotto vari aspetti. Quello che ci viene prospettato come contenuto gratis online ha un prezzo altissimo, dettato dalla dittatura dell’algoritmo. Chi più può spendere, più riesce a raggiungere. Questo contrasta con il diritto-dovere dei giornalisti che è appunto quello di informare. Se parliamo di giornalismo professionale e di qualità parliamo di qualcosa che costa, perché appunto è di qualità. Ecco perché, in qualità di Segretario Generale Aggiunto della FNSI, avevo tanto sostenuto il Contratto USPI-FNSI, proprio perché importante per i giornalisti e per potersi permettere informazione di qualità”. Poi sposta il discorso sull’analisi del settore in generale che è “concepito in maniera arcaica” per questo non “non riusciamo a correre dietro alle tecnologie”.

Maurizio Gualdieri, nel suo intervento, sceglie invece di toccare il tema dal punto di vista giuridico e sicuramente più tecnico, spiegando alla platea come sia importante per il giurista “definire il fenomeno” prima di analizzarlo nella realtà dei fatti: “Cos’è la fake news? Un dato incontrovertibile è che la traduzione della locuzione fake news non sia affatto in grado di spiegare quella che è la portata effettiva del fenomeno. Si rischia di estenderne oltre modo la circonferenza o di ridurne eccessivamente la portata.” È poi indubbio, per Gualdieri, che “il fenomeno sia essenzialmente diverso da quello che il legislatore aveva pensato nel 1930. Forse bisogna spronare il legislatore, indicandogli la strada. Il fenomeno delle fake news impone un ripensamento sul ruolo degli intermediari della rete che devono essere non più passivi, ma responsabili”.

Finiti gli interventi dei relatori, alcuni spettatori si sono alzati per porre domande e per apportare contributi alla discussione. Da segnalare l’intervento di Rosa Rubino, Direttore de “Il Vomere”, storico giornale di Marsala associato USPI, in attività dal 1896. Rubino interviene puntualmente suggerendo a tutti i suoi colleghi di andare sempre a fondo nella verifica dei fatti, a costo di perdere lo scoop, perché “le notizie false sono prima di tutto un rischio per la democrazia”. Inoltre, il lavoro di verifica e approfondimento “è sempre andato a mio beneficio perché i miei lettori conoscono la veridicità della mia testata”.
Anche un’insegnante di una scuola della periferia romana ha preso la parola a fine Convegno per portare la sua testimonianza e ha inoltre suggerito ai relatori di portare il tema nelle scuole, per avvicinare i ragazzi alla problematica e poterne discutere insieme.

Il tema dibattuto dai relatori durante il Convengo è ampio e articolato; il confronto costante, la responsabilità nella condivisione di notizie e la sensibilizzazione su determinati argomenti sono le uniche strade percorribili per evitare di cadere prede delle fake news e della disinformazione dilagante.

Le slides presentate durante il Convegno sono reperibili qui: Slides Fake News.