Chi sono (e quanto prendono) i giornali destinatari dei contributi diretti

Contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici, competenza annualità 2017, liquidazione a dicembre 2018.

Mentre il Parlamento, a fine dicembre scorso, si apprestava a deliberare la riduzione progressiva, fino alla completa abolizione nel 2022, dei contributi diretti all’editoria disciplinati da ultimo dalla Legge 198/2016, il Dipartimento per l’informazione e l’editoria ha pubblicato – sul proprio sito – gli elenchi delle imprese editrici di quotidiani e periodici beneficiarie dei contributi diretti alla stampa per l’anno 2017.

La liquidazione dei contributi, si legge nella nota del DIE, a seguito del trasferimento sui capitoli del bilancio del Dipartimento delle risorse stanziate con il decreto di ripartizione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, costituisce la seconda tranche del procedimento che, per legge, prevede l’erogazione di una rata di anticipo entro il 31 maggio dell’anno successivo a quello di riferimento.

Il livello delle risorse stanziate per tale finalità, conclude la nota, ha consentito anche quest’anno di erogare il contributo pubblico (tra anticipo e saldo) nella misura dell’intero fabbisogno quotato dalle imprese aventi diritto.

Con l’emanazione della Legge 30 dicembre 2018, n. 145 (Legge Bilancio 2019), nel prossimo anno, “l’importo complessivamente erogabile a ciascuna impresa editoriale è ridotto del 20 per cento della differenza tra l’importo spettante e 500.000 euro” (articolo 1, comma 810).

Gli elenchi, di seguito pubblicati, con il totale erogato, fanno chiarezza degli importi assegnati a ciascun editore e delle polemiche, spesso strumentali, sollevate al riguardo:

Contributi alle imprese editrici di quotidiani e periodici;

Contributi alle imprese editrici di periodici che risultino esercitate da cooperative, fondazioni o enti morali, ovvero da società la maggioranza del capitale sociale delle quali sia detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali, che non abbiano scopo di lucro;

Contributi a periodici editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero;

Contributi all’editoria speciale periodica per non vedenti e ipovedenti;

Contributi a periodici editi dalle associazioni dei consumatori e degli utenti.