Bilanci nel settore delle TLC: risorse complessive -2,6%, ma investimenti superiori a 12,1 miliardi (5G)

A fine 2018 nel settore sono occupati oltre 64 mila addetti diretti, con una riduzione nell’ultimo anno di circa 1.600 unità lavorative. Il Rapporto AGCOM.

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha pubblicato sul proprio sito online il Focus sui bilanci delle principali imprese operanti nei Servizi di comunicazione elettronica, che fotografa in maniera sintetica lo stato di salute del settore attraverso l’analisi delle principali grandezze economiche, patrimoniali e reddituali calcolate, sulla base dei bilanci aziendali delle imprese, a livello complessivo di settore.

L’andamento dei ricavi

Analizzando le risultanze dei bilanci di un campione delle principali imprese operanti nel settore, si osserva come, durante il periodo considerato (2014 – 2018), le risorse complessive si siano ridotte del 2,6% rispetto al 2014, con una flessione media annua dello 0,6%, passando da un valore cumulato dei ricavi pari a 31,4 miliardi di euro nel 2014, ai 30,6 miliardi nel 2018, con una flessione nell’ultimo anno del 3,4%.

La pressione competitiva del settore si configura anche alla base della tendenziale riduzione del margine lordo (Ebitda) e soprattutto di quello netto (Ebit). Tuttavia, una notevole incidenza la esercitano anche le politiche di bilancio adottate dalle imprese (es. svalutazioni e ammortamenti), i cui riflessi chiaramente si ripercuotono anche sul negativo andamento del reddito d’esercizio.

Il Rapporto AGCOM evidenzia come il settore delle comunicazioni elettroniche (almeno limitatamente alle imprese considerate) tra il 2008 e il 2018 ha registrato complessivamente, a fronte di oltre 380 miliardi di euro di ricavi, 1,5 miliardi di euro di utile netto, risultato che sembra testimoniare sia gli effetti della pressione competitiva sui prezzi sia la natura fortemente “capital intensive” del settore, che ha visto nel periodo investimenti complessivi per oltre 74 miliardi di euro.

Il 5G

Tra gli investimenti indicati a bilancio dalle imprese nel 2018, vi sono anche quelli legati all’acquisizione della licenza d’uso delle frequenze 5G (Tim e Vodafone raggiungono i 4,8 miliardi), che ha spinto il complesso degli investimenti a superare i 12,1 miliardi, pari a quasi il 40% dei ricavi.

L’occupazione

A fine 2018 nel settore sono occupati oltre 64 mila addetti diretti, con una riduzione nell’ultimo anno di circa 1.600 unità lavorative. Su tale dinamica incidono, per il dato negativo i processi di riorganizzazione degli operatori; per il dato positivo la strutturazione e la crescita degli operatori che più di recente sono entrati sul mercato.

L’Autorità, da ultimo, fa presente che le imprese oggetto di analisi per questo Focus sono state:

Big TLC, Brennercomm, BT Italia, Compagnia Italia Mobile, CloudItalia, Colt Technology Services, Daily Telecom Mobile, Digi Italy, Eolo, Fastweb, Go Internet, Iliad, Infracom Italia, Intred, KPNQwest Italia, Irideos, Linkem, Lycamobile, Mc-Link, Open Fiber, Orange Business Italy, Poste Mobile, Qcom, Retelit, TI Sparkle, TIM, Tiscali Italia, TWT, Unidata, Verizon Italia, Vodafone Italia, Welcome Italia, Wind Tre.