AIE alle Regioni: “libro bene essenziale”, consentirne la vendita nel weekend

Anche l’editoria libraria non se la sta passando benissimo in questo 2020 nero. Dopo la chiusura alternata delle librerie durante il lockdown di primavera ora il settore rischia di nuovo grandi perdite a causa delle chiusure anticipate: “Dopo le librerie chiuse nei week end all’interno dei centri commerciali, adesso in molte Regioni anche gli scaffali dei libri dei supermercati e delle grandi strutture di vendita sono interdetti ai cittadini il sabato e la domenica”, interviene il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Ricardo Franco Levi.

“Torniamo a rivolgere il nostro appello a tutte le istituzioni: il libro è un bene essenziale e tale deve essere considerato nei provvedimenti delle Regioni”, ha poi proseguito, ponendo l’accento sull’importanza del libro e della lettura. “Ribadiamo che il libro non può essere considerato alla stregua di un semplice oggetto di consumo il cui acquisto è rinviabile, ma va considerato un bene essenziale, come già aveva indicato il governo nei decreti di aprile. Facciamo appello alle Regioni perché intervengano immediatamente consentendo la vendita di libri nel week end”.

In alcune Regioni, infatti, su indicazioni delle Istituzioni stesse, gli scaffali di libri vengono transennati per impedire le vendite nel web, inserendo quindi i libri tra i prodotti non necessari e quindi non acquistabili di sabato e domenica. 

Purtroppo già il nuovo DCPM ha colpito fortemente la cultura, con la chiusura di cinema e teatri, sferrando un altro colpo pesante a tutto il settore. Sul tema è intervenuto anche il ministro per i beni e le attività culturali, Dario Franceschini, che in una lettera ha chiesto alle televisioni, pubbliche e private, di dare maggior spazio nei propri palinsesti a teatro, musica, danza e cinema. “La cultura è il tessuto connettivo di una società, genera benessere e rete di comunità, ed è essenziale che pubblico e operatori possano continuare ad animarla e produrla in questo tempo attraversato da inquietudine e smarrimento. Non dobbiamo spegnere la domanda di contenuti culturali”, ha affermato, infine, il ministro nella richiesta alle TV.